Smart City e Droni

SMART CITY E DRONI PER CITTÀ FUTURE PIU’ VIVIBILI E SICURE

9 Aprile 2018

PALOMA ARCHITECTS – arch. Paola Pasquali, luglio 2015

Gli UAV (Unmanned air-vehicle) comunemente detti DRONI sono già una realtà, anche se poco conosciuta ai più. Si stima che oggi il settore dei droni valga in Italia un giro d’affari di già 5 milioni di euro, nel mondo di 5 miliardi e che nel 2020 raggiungerà quota 12 miliardi. Una recente indagine Doxa fa emergere che però solo il 40% degli italiani sa che cosa sia un drone e quali siano i suoi possibili impieghi. I droni oggi utilizzati per usi civili hanno dimensioni che vanno dalla dimensione di una farfalla fino ad un metro e mezzo di diametro circa e le configurazioni più diffuse sono ad ala rotante, come i quadricotteri (quattro eliche) o gli esacotteri (sei eliche) , che, nelle ultime versioni, sono addirittura telecomandabili da tablet e smatphone.

Spesso le più incredibili innovazioni tecnologiche che hanno impattato sulle nostre città sono state precedute da suggestive rappresentazioni grafiche o cinematografiche che hanno lasciato scettici anche i più visionari.

 

Thenexttech,startupitalia .eu

Il divertente schizzo dell’ Ecole Polytechnique Federale di Losanna in Svizzera ci fa immaginare come potrà essere la convivenza con i droni da trasporto sul nostro territorio. Oggi in verità più che di droni da trasporto, di cui non si parlerà prima del 2050, le numerose scuole di ingegneria nel mondo stanno sviluppando applicazioni di UAV in grado di svolgere specifiche mansioni di supporto all’uomo o ad altri strumenti già in uso. Il loro impatto all’interno dei centri abitati potrà essere paragonabile a quello generato dalle automobili. Certo non sarà immediato vedere sciami di droni volanti nelle nostre città, perché il contesto urbano è un ambiente assai complesso, pieno di rischi, di difficile gestione. A riguardo l’ENAC (ente nazionale per l’aviazione civile, autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile) sta emettendo normative molto dettagliate per la regolamentazione dell’uso dei droni, sia in ambito sicurezza e che sul tema della privacy. Sarà uno dei primi casi nella storia in cui la normativa precede l’introduzione dell’uso diffuso della nuova tecnologia. L’impatto dell’adozione dei droni sarà forte anche sull’architettura degli edifici, che dovranno essere dotati di terrazze mobili e serramenti speciali con piattaforme per decollo e atterraggio. In un futuro prossimo le finestre dei nostri palazzi potrebbero prevedere una piattaforma mobile integrata con un sistema elettronico che guida il drone nella fase finale dell’avvicinamento e dell’atterraggio. Quando poi, ma qui come dicevamo si parla non prima del 2050, da sistemi di aiuto a delle mansioni si passerà a veri e propri sistemi di trasporto, non è da escludere che, come è successo con l’automobile, bisognerà progettare spazi e piste dedicate e autostrade aeree; nasceranno concessionarie con annesse autofficine per le riparazioni e centri di addestramento. Non è certo troppo presto per cominciare ad immaginare l’impatto dei droni sulla città.

 

Oggi nel campo dell’architettura l’impatto degli UAV è già molto interessante.

Fotogrammetria e topografia, controllo dei beni culturali, archeologia e geologia e più in generale la gestione del territorio e monitoraggio dell’ambiente sono tutti campi nei quali gli architetti, gli ingegneri, i geometri e i geologi si stanno cimentando e le statistiche dicono essere già oltre il migliaio i professionisti che nello sviluppo delle loro consulenze utilizzano in Italia i droni di configurazioni specifiche per questi utilizzi.

Nel nostro settore i droni trovano applicazione nell’esecuzione di rilievi e mappature e anche per verificare lo stato delle strutture architettoniche a seguito di devastazioni naturali come alluvioni, trombe d’aria, terremoti. Nelle città e sui terreni agricoli i droni, su cui vengono montati speciali sensori, possono fornire importanti dati quantitativi e qualitativi in merito alla dispersione termica degli edifici, all’analisi degli inquinanti emessi dall’atmosfera, sullo stato delle colture. Droni autonomi dotati di sistemi di navigazione e di sensori idonei forniscono dati ambientali da luoghi irraggiungibili e in condizioni ambientali disagevoli con i mezzi tradizionali e in futuro potranno essere utilizzati, ad esempio, per monitorare la stratificazione degli inquinanti nelle aree metropolitane.

Le ricerche in corso e le applicazioni sono davvero numerose e tutte degne di interesse; di seguito ne riportiamo solo alcune a titolo d’esempio coscienti che il settore si sta sviluppando ad una velocità incredibile.

In Italia, il Politecnico di Bari, ha ideato e coordinato l’ operazione “Rilevare l’Habitat per vivere” finalizzata alla documentazione, alla salvaguardia e alla riqualificazione dei Trulli di Alberobello.

Il Politecnico di Milano, insieme ad un’importante realtà italiana torinese attiva da anni nel settore dei velivoli senza pilota, ha ideato e sviluppato i “droni del fotovoltaico”. Si tratta di un nuovo sistema di montoraggio degli impianti fotovoltaici basato sull’uso di droni telecomandati che montano fotocamere, telecamere e sensori ottici (L’attività di ricerca è stata pubblicata sull’ IEEE Journal of Photovoltaics il 10 06 2014, con il titolo “Light Unmaneed Aerial Vehicles (UAVs) for Cooperative Inspection of PV Plants”).

Questi droni, sorvolando i moduli fotovoltaici degli impianti fotovoltaici di ogni genere, ne effettuano un monitoraggio affidabile, preciso e veloce permettendo un tempestivo intervento in caso di malfunzionamento che consente di garantire l’efficienza del funzionamento del sistema.

Visto che in Italia sono già stati installati circa 700 mila impianti fotovoltaici il “drone delle rinnovabili” si riveleranno fondamentali per verificarne l’efficenza reale.

Altra innovazione che impatterà sulle smart city è la piattaforma Cloud Robotics studiata dal Joint Open Lab CRAD (Connected Robotics Applications laB) di Telecom Italia e dal dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino, grazie alla quale i droni di prossima generazione, potranno essere gestiti da una centrale di controllo della rete mobile 4G di TIM e saranno in grado di fornire servizi innovativi denominati “Fly4Smart City” come il monitoraggio ambientale, il controllo dei parchi pubblici, il controllo degli spazi urbani. I droni diventeranno parte integrante degli oggetti connessi alla rete e supporteranno lo svolgimento di attività di soccorso e controllo: l’obiettivo è garantire ai cittadini città più sicure e vivibili.

Il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, grazie al progetto “LiftOff: Let the Internet Fly”, sta invece sviluppando i programmi e i software necessari per la formazione spontanea e il coordinamento di squadre di droni a cui l’utente assegna l’esecuzione di diverse attività in parallelo.

All’appello non poteva mancare Milano con il progetto realizzato da Expo Milano 2015 e Telecom Italia che ha consentito di seguire, attraverso l’utilizzo di droni, l’avanzamento dei lavori nel cantiere di Expo Milano 2015. I droni hanno restituito le immagini dei lavori in corso sorvolando ogni settimana il sito espositivo durante la pausa pranzo dei lavoratori per questioni di sicurezza.

E mentre Amazon si programma per effettuare le sue consegne sui davanzali degli edifici anche le Poste Svizzere stanno sperimentando i “postini volanti”: bellissimi droni bianchi adatti per raggiungere luoghi isolati e difficilissimi da raggiungere. Già da qualche anno anche la società Deutsche Post, in Germania: usa droni per consegnare pacchi e posta in isole come quella di Juist, nel mare del Nord, droni che programmati per seguire una rotta dettata via GPS anziché essere controllati da un pilota che comanda da terra.

 

Etalia.net

E gli esempi potrebbero continuare a centinaia.

Noi continueremo, con l’occhio dell’ architetto, ad osservare i passi e le conquiste della ricerca scientifica per non farci trovare impreparati ad accogliere questa innovazione e ad integrarla nelle nostre città, quando sarà matura per essere utilizzata dai cittadini di qualsiasi parte del mondo.